venerdì 24 ottobre 2014

Conosco un bambino che ...

 il bambino di cui vi parlo in questo blog bazzica la mia famiglia, non è un parente, diciamo un piccolo amico.
La sua situazione famigliare è piuttosto difficile, per aiutare la madre mia sorella e mio cognato hanno  deciso di rendersi disponibile come "famiglia di supporto".
Lo trovo spesso a casa dei miei, all'inizio era violento, il suo linguaggio moooolto aggressivo, da un po' di mesi sembra tranquillo ma ... LA SCUOLA è un problema per lui.
Frequenta la seconda elementare, ha cambiato scuola perché sia possibile andarlo a prendere quando la mamma non lo può fare.
Gli insegnanti hanno richiesto un incontro, secondo loro il bimbo "non ha le competenze per frequentare la 2°". Lo vorrebbero tenere in classe il meno possibile (disturba) la loro proposta è di trasferirlo in una scuola di montagna ("li ci sono pochi bambini, le insegnanti hanno più tempo") oppure frequenterà le prime 2 ore in seconda e le ultime in prima, "così si abitua per quando lo bocceremo a fine anno, conoscerà già i compagnetti della prima."
A DUE MESI DALL' INIZIO DELLA SCUOLA L'HANNO GIA' BOCCIATO!
Questo mi fa molto arrabbiare!
Ma come si fà?
Allora decido di intromettermi e provare.
Chiedo a mia sorella se posso andare una o due volte la settimana da loro per giocare con le parole e i numeri insieme al ragazzino.

Ho cominciato ieri.
Mi presento alle 16.30,
mi stanno aspettando (c'è anche mia nipote, stessa età, una bambina sveglia da "prima della classe")



Ho pensato fosse bene cominciare con uno strumento che piace ai bambini di oggi, il computer.
I giochi che propongo sono sull'alfabeto, le vocali ecc.
Mi aspetto che da un momento all'altro "scleri" e mi dica che va di là a giocare con la play, e invece ... fa ogni esercizio 2 volte anche se sbaglia  (è evidente che non sa mettere nel giusto ordine le lettere dell'alfabeto e non sa quale siano le vocali) .
Ho deciso che non gli chiederò di scrivere, però ho portato tante letterine dell'alfabeto in corsivo, 
per vedere se le riconosce tutte.
Facciamo un gioco.


Riconosce le vocali ma va sotto stress se entra in competizione.

Decido di proporre un gioco grafico.
China e cannucce, vediamo che succede.


 è presissimo, passa più di mezz'ora a soffiare, mescolare, inventare.
alla fine mi dice che il suo è un labirinto. Gli racconto la storia del Minotauro, il filo di Arianna ecc..
Mi ascolta in silenzio e poi disegna.


Il suo è un capolavoro,
Ha attaccato le letterine del titolo e poi mi ha detto che voleva scrivere il sottotitolo, prende un pennarello e scrive in corsivo, le letterine sono un po' disordinate, lui è molto soddisfatto, (mi dispiace dover oscurare il suo faccino  la sua espressione spiegava tutto.
A questo punto mia nipote è stanca, propone una merenda,
 mentre mangiano gli leggo "Federico" di Leo Lionni. 




Ascoltano interessati, mi chiedono cose e sollevano dubbi.
 Scopro che non sa in che ordine collochiamo le stagioni.
Ci lavoreremo la prossima volta.
Io andrei, sono quasi le 19, lui mi guarda e chiede se ho altri giochi.
Gli propongo un unisci i puntini dall'1 al 20, vediamo se conosce la sequenza numerica.





4 commenti:

  1. Succede anche a me alla Fattoria: mi arrivano bambini, per le vacanze estive, dei quali le maestre parlano malissimo, genitori disperati, una era addirittura scappata da scuola a 7 anni (aveva capito tutto, naturalmente). Tutti questi bambini arrivano qui con un bagaglio di negatività ed io li trovo adorabili! Svegli, attenti, attivi, autonomi. Quello che dico ai genitori è che quando usciranno dal percorso scolastico staranno meglio. Ma che tristezza.

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  2. Leggendoti, mi è venuto in mente il "testimone consapevole" di Alice Miller; in bocca al lupo per il vostro percorso.

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  3. Brava! Purtroppo la scuola non considera l'individuo in se'..da questi bambini può uscire una grande personalità con grandi capacità ma forse al giorno d'oggi non c'è interesse ad avere in futuro una generazione sveglia e competente piuttosto dei burattini da manovrare..scusate la franchezza io la penso così!

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  4. <3 i miei figli vanno a scuola... io lavoro e, in ogni caso, non mi sono mai posta prima la questione.
    Vorrei pero' una scuola diversa, piu' rispettosa delle individualità e alla ricerca delle predisposizioni da valorizzare... per questo sto pensando di integrare "a casa" in modo da passare e costruire valori e ricordi, di "fare qualcosa con loro"...perché mi sto perdendo la loro crescita...

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